Dove stanno andando l’arte e la cultura?

In questo secondo numero ho invitato le persone a discutere sul tema “Dove sta andando l’arte e la culturaoggi?”.Daquestadomandasonouscitidueaspetti:unolegatoallacriticitàculturaleoggie l’altro proposto dai poeti che hanno risposto alla domanda scrivendo sulla propria crisi poetica, in alcuni casi intima, come per esempio le due poesie d’amore di Robert El Bitar. Nella mia esperienza di poetessa la crisi è sempre presente. L’ispirazione poetica non vive mai sulla terraferma: stiamo su una terra fatta di vulcani in attività. L’arte e la poesia sono l’ossigeno per poter continuare a respirare. L’arte e la cultura in Italia, il paese dove vivo, non possono sparire: sono la nostra eredità di sangue, di filosofia, delle nostre radici umanistiche, delle migliaia di libri che vibrano nell’intimità di ciascuno di noi. La cultura oggi sembra essere sull’orlo del baratro e non possiamo permetterci di lasciarla precepitare. La scrittura è l’arma utilizzata per arrabbiarsi e ceare una visione sulla strada da percorrere per salvare la cultura. La cultura è la nostra materia più vera, di cui reggiamo i fili surreali, per salire sulle nuvole bianche ed arrivare alla cima della montagna; per dire che sono vivo e vedere il mondo dall’alto, dove tutti i colori e le differenze diventano un dolce inno, come un tappeto universale. Un tappeto fatto di lingue provenienti da diversi luoghi che viaggiano al di là delle frontiere, come un balsamo di canti orfici, che formano il tessuto più sottile della verità. Grido forte: per dire che esistono anime sensibili a tutti i cambiamenti della nostra epoca, disponibili a percepire e sentire ancora l’odore della terra quando cade la pioggia, ad ascoltare il ritmo del vento e a considerare il proprio Paese d’origine come un sottosuolo, come un luogo dell’interiorità, come un rifugio al quale tornare dentro di sé, quando ci si disperde nella tempesta di ogni giorno, nel traffico di ogni strada… Spero che grazie a questo richiamo alla scrittura ci si apra di più alla poesia, all’arte, alla filosofia ed ai confini di paesi diversi: tra noi artisti potremo così condividere lo stato d’animo di momenti poetici di scrittura e sopravvivere animati dal silenzio del flusso dei nostri pensieri. Spero che potranno esserci future presentazioni in altre lingue: chiunque troverà un vento dolce che soffia dalla sua lingua. Mi auguro che la diversità di lingue possa creare scintille, per poter sfogliare le pagine e trovare una lingua intima per ciascun lettore, da usare come un cuscino sul quale riposare la fatica dei pensieri. Per finire, ringrazio fortemente tutti quelli che hanno partecipato e hanno creduto in questo pro- getto e che hanno inviato i testi, anche se è passato del tempo tra il primo e il secondo numero, ma di sicuro andremo avanti con l’inchiostro e la pietra ! Uno speciale ringraziamento va alla curatrice Katia Baraldi, a Luigi Viola, Paolo Menehetti, Elisa Vladilo, Victor Mutelekesha, Lisa Perini, Ayano Yamamoto, Mariacarla Auteri, Andrea Stomeo, Sara Casal, Arnel Helja, Maria Sarkis, Charpaud Hélie, Tomaso Matta, Robert El Bitar e Francesco Castelli e tutti quelli che mi hanno aiutato nella correzione, in particolare Christian Masolin, Ivana Albanese e Piero Budinich. E grazie ad Arnel per la pazienza nel seguire questo giornale e per averci messo il cuore curandone la grafica ed il sito.